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che gli si vuol bene. Geloso, poi, al punto di uccidere il proprio rivale. Vede, dunque...

Ma il principe, in fatto di cognizioni generali, amava averla sempre vinta lui.

— Questo non significa che l’uomo debba abbassarsi al livello delle bestie, e far loro la guerra crudele che fra esse avviene. Io sono convinto che gli animali non vivano di solo istinto. Il lupo, che è il lupo, è pur esso intelligente, e non chiede che di vivere, poiché questa è la legge di natura. Si crede, per esempio, che d’inverno il lupo viva sui monti. Non è vero. Sui monti ci sta bene nella bella stagione, quando i pastori portano lassù il gregge: d’inverno, quando essi ridiscendono al piano, il lupo li segue: va sulle orme del gregge come l’uomo innamorato su quelle profumate della sua bella.

— Bravo! Un paragone degno di un poeta.

— E non lo sono, forse, poeta? Sempre stato, lo sono, e poeta morrò.

E qui al principe luccicarono gli occhi, chiari e cristallini: ma nel loro splendore c’era un po’ di umore lagrimoso. Egli sapeva benissimo che il dottore non lo conosceva a fondo, che sopratutto non conosceva la sua tormentosa passione per la moglie; che, anzi, la fraintendeva e la falsava, questa passione: e fu sul punto di confessarsi a lui, da uomo a uomo; ma poi scosse la testa e ritirò le gambe, ricordandosi