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andar sola da lui un giorno che mio padre le ordinò di portargli una lettera della quale doveva aspettare la risposta.

Allora le si procurò una specie di guardia del corpo, composta di tre ragazzine coraggiose e di buona volontà. Una ero io. Si andò, a dire il vero, con molto coraggio, sì, ma anche con una curiosità trepida e quasi morbosa. — Perché, fra le altre cose, quel boia di forestiero tiene, nella sua casa, una camera sempre chiusa dove ogni tanto, quando non va alle sue cacce del diavolo, si ritira per ore ed ore. Allora si sentono rumori strani, come se egli apra e chiuda casse e bauli. Che cosa ci sia nella camera, e che cosa egli vi faccia, non lo sa nessuno: neppure la vecchia Gavina che ogni mattina pulisce le altre stanze; neppure l’uomo che accudisce ai cavalli ed ai cani. Un tempo si diceva che in quel nascondiglio Mossiù Però ci tenesse chiusa, come usava l’orco, una bella ragazza; ma le belle ragazze mangiano, e lui non portava niente a casa. Che ci può essere dunque? Un tesoro o qualche disgraziato da lui ucciso e poi chiuso in una cassa? O che egli vi faccia delle stregonerie? Certo, un contadino che venne una volta a protestare perché i cani gli avevano rovinato il campo, dopo aver bevuto un bicchiere di vino offerto da Mossiù Però cadde malato, ed ancora lo è, di un male che i dottori non sanno definire. E quella vecchia strega