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Il cameriere bussò di nuovo; di nuovo la sua lisciata figura di gentiluomo apparve nella cornice bianca dell’uscio, sullo sfondo della sala attigua tutta foderata di tappeti e di stoffe di seta.

— Eccellenza, è arrivato il pacco di Parigi.

Di questo pacco se ne doveva essere parlato parecchio, perché egli diede la notizia con una certa soddisfazione, come se l’arrivo dipendesse solo da lui. La principessa non dimostrò né gioia né sorpresa; ma balzò in piedi, dimenticando immediatamente i suoi fiori. Disse:

— Mandatemelo con Annarosa.

Era la cameriera sua particolare: giunse silenziosa, col pacco. Alta, imponente, bruna come una mora, vestita di azzurro, pareva una balia con un neonato fra le braccia. E il pacco, quasi davvero contenesse qualche cosa di vivo, fu aperto con somma precauzione. Annarosa tagliò lo spago, con le forbici che trasse di tasca, e assieme alle forbici ve lo cacciò dentro; poi fu svolta una prima carta: tagliato un secondo spago, aperta una seconda carta: infine apparve una scatola, e dentro la scatola un paio di scarpette d’oro. D’oro vero, parevano; annidate fra batuffoli di carta velina; e le tre donne, compresa la vecchia, le guardarono con ammira-