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Anche Proto desiderava conoscere Ornella; ma mentre in Gesuino operava un torbido subbuglio sensuale, quasi di adolescente, che lo spingeva verso la femmina, in lui era un istinto pratico, di uomo che già conosce bene la donna e da lei, oltre che la soddisfazione carnale, vuole l’aiuto al lavoro e possibilmente la servilità.

Calcoli ancora non ben definiti gli vagavano in mente; e lo stato fisico di Ornella anzichè preoccuparlo gli dava buone speranze. Ma si guardava bene dall’andare dal maestro, e aveva proibito a Gesuino di andarci.

Quando tornò a casa dal paese si accorse però che Gesuino c’era già stato: nonchè questi parlasse, anzi, più taciturno che mai, con le sopracciglia rosse aggrottate, lavorava già, con tale forza che il sudore gli stillava dalla fronte e attraverso quella siepe messa a riparo degli occhi cadeva fino a terra: ma quella stessa esasperazione di fatica, quel suo modo di svellere le erbe cattive e di smuovere la terra intorno alle barbabietole, rivelavano il nuovo vigore di vita che lo animava.