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per il piacere di vedermi, ma anche per la vergogna e il pudore di farsi trovare a letto: e rosso mi faccio io, protestando per il complimento del frate, sebbene intenda a che cosa egli alluda: è sempre una stoccata contro la mia, e veramente non mia, borsa miracolosa.

Tentando di ambientarmi, e pensando ad Agar, che forse sta dietro l’uscio ad origliare, dico a voce alta: — sarei venuto ieri, ma hanno veduto che tempo? L’acqua quasi ci penetrava in casa: eppure questi testoni di contadini non vogliono sentir parlare di argini.

Avrei aggiunto: — e non loro soli, — se padre Leone, con le belle mani intrecciate al suo pulito rosario, non avesse appunto cominciato a difendere l’ignoranza dei contadini, e, senza parerlo, anche le ragioni per le quali si combatteva il mio progetto.

— Persino il podestà è contrario...

Ho voglia di parlar male del nuovo podestà: ma subito capisco che non conviene. Podestà, segretario, farmacista, dottore, parroco, cappellano, sono tutti una cosa, in luoghi come questo: forse nemici, in fondo, ma fratelli alla superficie: le colonne che reggono la comunità. Domando piuttosto come va la malattia di don Achille: egli si agita e sbuffa, e infine, con dispetto infantilmente sincero, dice:

— Credo sia padre Leone a legarmi qui, con