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nella lotta per vincere il peccato, e mi piaceva che la donna fosse così, come un sogno lì vivo a me davanti, vivo ma inafferrabile, e che non si umiliasse né si avvilisse davanti a me.

Eppoi un calcolo era fitto tra i miei vari pensieri:

— Se la nostra passione ci travolgesse e noi avessimo un figlio, lei non vorrebbe più l’altro.

Eppure non ero ancora persuaso a darglielo, quest’altro.

Una domenica mattina, ai primi di febbraio, mi svegliai con l’impressione che quel giorno qualche cosa di nuovo doveva accadere.

Sapevo che nel pomeriggio c’era probabilità di trovarci soli. La serva aveva libertà, il droghiere chiudeva bottega e andava al paese vicino a trovare certi suoi parenti.

Un senso di gioia mi prese tutto, nel riaprire gli occhi, come nelle mattine di festa nell’Istituto quando non c’era scuola e si doveva andare a fare qualche gita in piena campagna.

È che oltre a quella torbida speranza di peccato, sentivo intorno a me un’aria nuova; un filo