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sto segreto e ne è rimasto sorpreso ed incantato.

Ma poi ha sorriso; e quel suo sorriso è tinto di beffa, forse per il mio smarrimento, per la mia figura, per tutto l’insieme insolito e di una bellezza grottesca, o almeno provinciale. Egli forse sa dei progetti delle nostre famiglie; sa che io sogno di lui, che lo aspetto; e l’anima mia gli piace, attraverso i miei occhi; ma ben altre sono le donne di carne e di sangue, che egli a sua volta desidera. Egli vuole andare nelle grandi città, anzi è già in viaggio verso queste grandi città, dove la vita è tumulto, lotta, piacere; dove l’oro e le passioni umane circolano assieme, e l’uomo fa a meno di Dio.

Là è il posto di Gabriele, là il destino lo invita e lo vuole. Se egli adesso si degna di guardarmi è per curiosità, forse anche per scherno.

— Ma tu non ti riderai di me; tu, i miei occhi smarriti non li rivedrai mai più. E poi te ne andrai, anche, e forse non ci rivedremo mai più, — gli dico, ancora da-