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voce rompe l’ostacolo misterioso e pauroso che nei nostri recenti incontri ci separava: io ritrovo di un colpo tutta la mia sicurezza e tendo la mano allo spauracchio.

— Anche a me pareva di riconoscerla, signor Gabriele. Come mai lei si trova qui?

— E lei, come mai si trova qui?

Io mi metto a ridere.

— Già, le stravaganze della vita!

Ma la mia letizia offusca subito i suoi occhi: la sua bocca si contrae ad un sorriso più triste di un grido di dolore, ed anch’io ricado nell’impressione che tutto sia un brutto sogno.

— Si è sposata da molto? — egli riprende, senza cambiar tono di voce.

— Da quindici giorni appena.

— È contenta del suo matrimonio?

— Sì, felicissima. Mio marito è tanto buono e gentile.

— Ed è anche un bel giovane. Sì, ha fatto bene a sposarsi. Certamente lascerà il suo paese per una città.

— Per qualche tempo no, cioè fino a