Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/253


— 247 —


Marielène sorrideva di gioia, e Sebastiana la guardava e, cosa insolita in lei, taceva: solo quando la rivale le fece vedere la sua camera da letto, disse scherzando:

— Anche noi fabbricheremo: Predu Maria venderà i palazzi che possiede al suo paese e ci faremo una casa coi balconi di ferro....

— Sarà molto se riusciremo a fabbricare il muro dell’orto, — disse la maestra che non era vanagloriosa. — Chi ama far lusso, figlia mia, non fabbrica palazzi.

— Lusso, lusso! Ebbene, figùrati, Marielène, mia madre vorrebbe che io andassi scalza!

— Eh, ragazza mia, di’ la verità; ti piacciono sos bellais...1, — disse Marielène trattandola come una bimba, ma con ironia ed anche con lieve disprezzo.

— Che vuoi, non son vecchia come te, per pensare sempre a cose serie.

Da buone vicine esse continuarono a farsi visita, salutandosi dalla finestra e rendendosi spesso qualche servigio.

Marielène comprava mobili e si procurava altri pensionanti. Quasi tutti i professori del ginnasio, giovani scapoli, andarono ad alloggiare da lei; ed ella dovette

  1. I gingilli.