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che il frumento cresca e maturi, ne avrete anche voi la vostra parte...

Il frate era scappato e non s’era più visto: la gente rideva ancora del fatto, ma i servi ed i famigli della vecchia Caterinin rispettavano più Cesar che la padrona, e s’egli si presentava all’improvviso trasalivano anche.

Fancin decise dunque immediatamente di spiegare la sua presenza ad ora insolita nel fienile, e raccontò al bifolco della cena progettata dalle donne e del proposito, da parte sua, di spaventarle per farsi almeno invitare.

Egli non sperava in Cesar un complice; quindi fu doppiamente felice quando l’austero bifolco disse con la calma di un giudice che sentenzia e castiga:

— Ah, birbanti di donne! Noi a letto e loro a gozzovigliare? Sta bene: ora a noi!

E i due complici e giustizieri presero gli accordi necessari: Fancin si mise a cucire la fodera della sua giacca, dandole la forma d’una calza enorme, pungendosi le dita che sembravano rosei salamini, e Cesar portò su nel fienile un grande imbuto arrugginito.

Alla sera il famiglio dovette ripetere alle donne la storiella della sgarbatezza di Sant’Antonio abate, visto da lui ragazzetto a volger la testa dall’altra parte mentre nella piazza i bifolchi distribuivano il pane alle bestie e il prete le benediceva; e Cesar raccontò anche lui un fatto impressionante.

— Sì, le bestie parlano. Qualche anno fa nel Parmigiano un padrone volle rimanere alzato

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