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in esclamazioni per il dolore che quest’operazione gli causava.

— Che il diavolo vi pettini, — diceva ai suoi capelli, torcendo il capo. — Neanche la lana delle pecore è così intricata!

Quando l’intrico fu sciolto, zio Portolu cominciò a farsi una trecciolina sulla tempia destra, un’altra sulla sinistra, una terza sotto l’orecchio destro, una quarta sotto l’orecchio sinistro. Poi unse e pettinò la barba.

— Fatevene altre due, ora! — disse Pietro, ridendo.

— Non vedi che sembro uno sposo? — gridò zio Portolu. E rise anche lui. Aveva un riso caratteristico, forzato, che non gli smoveva un pelo della barba.

Zia Annedda borbottò qualche cosa, perchè non le piaceva che i suoi figliuoli mancassero di rispetto al padre; ma questi la guardò con rimprovero e disse:

— Ebbene, cosa dici, tu? Lascia ridere i ragazzi; è tempo che si divertano, loro; noi ci siamo già divertiti.

Intanto giunse l’ora dell’arrivo di Elias. Vennero alcuni parenti e un fratello della fidanzata di Pietro, e tutti mossero verso la