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fresche chine dell’Orthobene, torna al suo lavoro, ai suoi ovili, alle sue messi, alla sua vita dura. La festa è finita.

Zio Portolu recava zia Annedda in groppa al suo cavallo, e Pietro la sua fidanzata. Elias questa volta galoppava fra i primi della carovana; anche lui spesso si slanciava alla corsa, con le narici frementi e gli occhi accesi come inebbriato dal vento tiepido e profumato che agitava le macchie fiorite e gli passava sul viso con forti carezze. In fondo era serio però: non cantava, non gridava, come gli altri, e non volgeva neppure lo sguardo a Paska, la figlia dell’ex priore, alla quale spesso si trovava vicino. Paska non mancava di dargli qualche tenero benchè timido sguardo, ma egli pensava:

— Perchè devo ingannar qualcuno, e tanto più una fanciulla innocente? No, non devo ingannar nessuno, e tanto meno me stesso.

Ricordava le parole di prete Porcheddu, e i buoni propositi fatti la notte prima: quindi non badava a Paska, s’allontanava da Maddalena e, senza averne coscienza, cercava fuggire sè stesso, inebbriandosi innocentemente nel galoppo e nelle corse del suo agile cavallo.