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forma d’uccellino, e chinandosi di nuovo sul nipotino glielo porse.

— Prendi; ecco l’uccellino; non addormentarti, sai. — Il bimbo prese il dolce svogliatamente, senza sollevar la testa dal petto del nonno, e accostò alle labbra il becco dell’uccellino, ma non lo mangiò.

— Hai sonno? — chiese zio Portolu, guardandolo. — Non hai dormito, stanotte, uccellino mio? Su, scuotiti, ascolta che belle canzoni! Quando sarai grande anche tu canterai così. Ti porterò a cavallo alla tanca e canteremo assieme.

Ma il piccino, che sempre s’entusiasmava all’idea di andare alla tanca, non si scosse. A pranzo non volle da mangiare, e non si staccò dal nonno, sul cui petto teneva sempre appoggiata la testa.

— Ml pare che tuo figlio sia malato — gridò il Farre a Maddalena.

Prete Elias trasalì, guardò il bambino e immediatamente ricordò il sogno avuto la notte in cui vegliava il cadavere di Pietro. Maddalena accarezzò il bambino, lo interrogò, lo prese fra le braccia e lo portò sul lettuccio, dove una volta dormiva Elias.

— Ha sonno e adesso dorme, — disse, rien-