Pagina:Deledda - Elias Portolu, Milano, 1920.djvu/227


— 221 —

peccato; ma subito ricacciava questa tentazione, e chinandosi ancora sul viso del cadavere tornava ad immergersi nella visione della morte. Così passò la notte.

All’alba prese un po’ di sonno; e sognò Pietro, vivo, che veniva nella tanca (come sempre, gli pareva d’essere ancora pastore). Pietro veniva a cavallo, e aveva il volto livido e gli occhi chiusi come li aveva il cadavere.

— Che hai? — domandò Elias con terrore.

— Il bimbo è morto; vengo a dirtelo. — rispose Pietro. — Ritorna in paese perchè sei tu che devi seppellirlo.

Elias provò tanto spavento e tanta angoscia che fece uno sforzo per svegliarsi; ma svegliandosi si sentì ancora angosciato come nel sogno. Era giorno fatto. Sentì il bimbo piangere, e tosto pensò con dolore:

— Che anche lui debba morire? Che il sogno sia un avviso? Le disgrazie non vengono mai sole; ed io credo ai sogni.

Gli pareva oramai che tutte le disgrazie fossero possibili, vicine, inevitabili; e vinto da una grande tristezza andò a vedere il bambino.

Il bambino piangeva. Maddalena, già vestita da vedova (e la veste nera la rendeva