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— No, io non sono in peccato! Cosa viene a contarmi? — disse Elias con indifferenza.

Prete Porcheddu ne provò sgomento; avrebbe preferito che Elias confessasse il suo peccato, anche ribellandosi, anche bestemmiando; ma quella freddezza, quella dissimulazione erano il colmo della perdizione.

— Elias, Elias! — disse con voce turbata. — Bada dove tu vai, ritorna in te.... Guai a chi semina nella carne perchè mieterà corruzione, e beato chi semina nello spirito perchè mieterà vita eterna....

Elias scossa la testa più volte.

— Io non intendo queste cose: le intendono solo i sacerdoti; del resto io non sono in peccato, io non faccio male a nessuno; se lo levi dalla testa, prete Porcheddu.

— Tu non intendi queste cose, Elias, ma puoi prevedere le conseguenze del tuo peccato. Pensa, pensa, se un giorno si verrà a sapere: che orrore, che tragedia! Pensa a tua madre, a tuo padre! Pensa che il peccato non può stare a lungo nascosto, perchè dove c’è fuoco c’è fumo.

— Io non sono in peccato, — ripeteva l’altro con ostinata freddezza. — Non può accader nulla quando non c’è nulla.