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VII.


Pietro ritornò molto tardi, ubriaco fracido. Elias gli aprì il portone, poi si ritirò, ma prima che fosse giorno egli era già di nuovo nel cortile, e albeggiava appena quando partì per l’ovile.

Era un’alba triste, cinerea, ma non fredda: il cielo s’era coperto d’una sola nuvola caliginosa, immobile, che pesava come una volta di pietra grigia sui paesaggi morti. Elias cavalcava solo, smarrito in quel silenzio di morte. Non s’udiva una voce, non si moveva una fronda: anche i rigagnoli, lungo l’orlo dei sentieri, passavano verdi, freddi, silenziosi. Elias aveva in volto il colore di quel cielo lividognolo, e gli occhi cerchiati, verdi, freddi e tristi come l’acqua dei rigagnoli.

Gli sembrava di destarsi appena da un sogno divino e mostruoso nello stesso tempo; e un