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mento femineo, s’oscurò in viso. Le parole del fratello gli causavano dolore? O si vergognava per l’impeto di gioia che gli destava il progetto di Pietro, di voler passare fuori la notte?

— Tu t’inganni, se credi ch’io venga al ballo, — disse; poi fece forza a sè stesso e aggiunse: — sarebbe meglio che non ci andassi neppure tu.

— Lo senti, Pietro?

— No, io ci vado. Ecco, ora io ceno, poi dopo vado. E ci verrai tu pure, Elias; vedrai che divertimento. Vieni e cena.

— No, no, anzi vado a spogliarmi.

— Datemi del vino, mamma mia. Ah, se sapeste quanto ci siamo divertiti! Abbiamo.... no, non abbiamo ballato, non ci credete, magari ve lo dicano! — esclamò Pietro, mangiando grossi bocconi. — Eh, bisogna godere la gioventù: eppoi che male c’è? eppoi io non so ballare, ma mi diverto lo stesso. Eh, quelle donne, poi, come si divertono. Oh, quel frate! E quel cappottone? Eh! eh! — diceva ridendo come tra sè.

— Ebbene, fa attenzione di non macchiare il corsetto, almeno, che San Francesco ti consoli! Vuoi del formaggio? Ah, la tentazione vi