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per il desiderio di ballare, ma ora, al giusto momento, non osava per paura di Pietro.

— Suona il ballo sardo, — gridò questi al suonatore.

E il suonatore sollevò gli occhi, fissò un momento la maschera turca, ma non smise.

— Silenzio! — gridarono le coppie che passavano ballando davanti a Pietro.

— Ebbene, silenzio! — diss’egli come a sè stesso, tutto mortificato.

— Ballate anche voi, su! — disse la mascherina che ballava col frate, passando davanti alle compagne.

— Balliamo, sì, balliamo; cosa facciamo così? — supplicò leziosamente l’altra mascherina, rivolta a Pietro.

Egli la guardò negli occhi, aprì le braccia e disse:

— Bene, balliamo, altrimenti tu muori dalla voglia; ma bada che io non so ballare, e se ti pesterò i piedi sarà a conto tuo.

La prese fra le braccia e cominciò a saltare e girare comicamente con lei: per fortuna un mascherone, con un lungo cappotto d’orbace stretto ai fianchi da una corda, venne a liberare la mascherina, pregando Pietro di cedergliela. Allora egli indietreggiò, si fermò, e