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deserto, dei fumosi orizzonti, l’anima del pastore si proponeva i terribili quesiti degli uomini raffinati, ma non riusciva a darsi spiegazione. Gli restava solo il dolore, e nel dolore non solo si smarriva la fede, ma cominciava ad agitarsi il mostro della ribellione.

Più d’una volta Elias, errando presso i confini della tanca, aveva intraveduto zio Martinu, quel vecchio pagano, la cui rigida figura dominava e nello stesso tempo formava una cosa stessa col forte triste e fatale paesaggio: ma sempre lo aveva sfuggito irosamente.

— È una vecchia bestia, — pensava. — Che cosa è il dolore! Che cosa e il dolore? Lui, il vecchio di pietra, si è riso di me, ma con tutti i suoi delitti e le sue disgrazie e la sua sapienza non sa ch’io soffro più in un giorno che lui in tutta la sua vita. Che non mi venga più davanti con le sue prediche perchè lo ammazzo con la scure.

Eppure sentiva che il vecchio non gli aveva fatto del male; anzi, se avesse seguito i suoi consigli!... Ma egli era irritato contro tutti, e sopratutto contro sè stesso, e sentiva un crudele bisogno di far male a qualcuno, fosse pure ad un bambino, per provarne non piacere, ma dolore.