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una, lo sai che cosa voglia dire, Elias Portolu, lo sai tu?

— Zio Martinu, voi mi fate spavento, — mormorò Elias.

— Vedi che uomo sei! Ti spaventi al solo sentir parlare del dolore dell’uomo. Va, alzati e va, Elias Portolu, va! va! va! Sei giovine, sei sano, va e guarda in faccia la vita: aquila, sii, non tordo. Del resto il Signore è grande, e spesso ci riserba delle gioie che noi neppure immaginiamo. L’uomo non devo mai disperare. Chi sa se fra un anno tu non sii felice e non rida dei tuo passato? Va.

Come suggestionato, Elias si alzò e si dispose ad allontanarsi; ma il vecchio disse:

— Eh, solo mi lasci? Non mi conduci dunque alla capanna; giuncata e latte non me ne dài?

— Andiamo, zio Martinu: sono stordito come una pecora matta.

Si avviarono silenziosi; nella capanna Elias diede al vecchio del latte, del vino, pane ed uva, e parlarono ancora di cose indifferenti. Prima di lasciarsi zio Martinu tornò improvvisamente sull’argomento:

— Del resto c’è sempre tempo: quando avrai veramente saputo cosa sia la vita, se