Pagina:Deledda - Elias Portolu, Milano, 1920.djvu/144

 
— 138 —
 


— Non basta, Elias Portolu. L’uomo che si fa sacerdote non deve respingere solo il male, ma fare il bene. Deve vivere tutto per gli altri, deve, in una parola, farsi prete per gli altri e non per sè. Mentre tu ti fai prete per te solo, per salvar l’anima tua, non quella degli altri. Pensaci bene, Elias Portolu: ragione ho, sì o no?

Elias si fece pensieroso: sentiva che il vecchio sapiente aveva ragione, sì, ma non voleva, non poteva darsi per vinto.

— Infine, — disse, — voi mi sconsigliate, zio Martinu? Ma pensate anche voi se fate bene o male: interrogate la vostra coscienza.

Zio Martinu, che non si scomponeva mai, parve colpito dall’ultima osservazione di Elias: gli occhi acuti guardarono lontano, verso l’orizzonte vaporoso, mentre la rude anima assorta sentiva voci arcane vibrare in quel gran silenzio di deserto.

— La mia coscienza mi direbbe di salire in collera contro di te, Elias Portolu, — disse dopo un momento di silenzio. — Come dice tuo padre, tu non sei un uomo, sei un fuscello, una canna che si piega al primo urto di vento. Ecco che perchè sei innamorato di una donna che non puoi possedere, che non