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mi guarderà più; eppoi io mi farò mandare in un villaggio.

— Bene, tutto questo va bene, figlio mio. Ma lasciate da parte tutte le altre cose, dimmi, tu non sei più un ragazzo: ti vorranno poi? A farsi prete ci vuole tempo, ci vogliono studi, ci vuol danaro; chi sa se tutto si potrà superare, chi sa se tu intanto potrai vincere la tentazione!

— Una volta ch’io abbia annunziato il mio proposito, non temo più: ella non mi guarderà più, io mi vincerò. Non sono più un ragazzo, è vero, ma non ho poi trent’anni come quel pastore che vendette la sua greggia e che si fece prete in meno di tre anni.

— Tutto questo va bene; io però ti dico un’altra cosa: che i preti che si fanno tali per dispiaceri, e specialmente per dispiaceri amorosi, non mi piacciono punto. Bisogna cominciar da ragazzi, bisogna farsi per vocazione.

— La vocazione ce l’ho e ce l’avevo. Mi è venuta da ragazzo e poi mi è ritornata quando ero in quel luogo. E non pensate, zio Martinu, che se mi faccio prete, ciò sia per poltroneria, per guadagnare, per viver bene, come tanti altri. È perchè credo in Dio e voglio vincer le tentazioni del mondo.