Pagina:Deledda - Cosima, Milano, Treves, 1937.djvu/208

160 grazia deledda


forse, ma lui no. Egli arrivava da un paese di mare, sì, dove la gente è buona, e suo padre era pescatore: Andrea però non amava il mare, perché troppo sovente si cambia in mostro e divora gli uomini vivi: e aveva anche pietà dei pesci che vengono venduti e divorati anch’essi quasi vivi: certo, era un po’ sempliciotto, ma buono, cristiano e dolce. Giunse dunque qui, in cerca di lavoro, perché amava la terra che non tradisce e dà all’uomo le erbe e i frutti innocenti. Persino dei fiori egli aveva compassione; e gli uccelli e tutte le bestioline della valle, persino le bisce, persino gli scorpioni, gli diventavano amici. Questa è la sua vera storia». E questa storia, sebbene così semplice e raccontata in sogno, fece a Cosima un’impressione profonda, quasi come quella che le aveva lasciato il passaggio della coccinella sulla sua persona: più che tutte le storie di tesori, di passioni e di guerre fra i popoli.


Spesso si domandava se era religiosa, o superstiziosa, o visionaria e d’animo debole: ma sentiva in fondo che la sua rettitudine era una cosa superiore a tutte le forze sovrapposte dall’educazione e dalla crudeltà della vita. Si nasce, con questo dono di Dio, come gli uccelli nascono con la loro potenza di volo: e se ne rallegrava, pur senza leggere gli Evangeli e le laudi al Signore.

Quell’inverno, rigidissimo inverno, la fortuna parve un po’ sorridere alla famiglia così serena in