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domani sapeva che prete Arras riceveva di notte quella tale....

— E Innassiu Arras cosa v’ha fatto?

— Lui, quel poltrone? Lui quando sente l’odore delle mie scarpe fugge come la lepre davanti al cane.

Nelle sere precedenti le feste di Nuoro, le donne dunque si distraevano parlando della loro gita: anch’io provavo una smania febbrile e una sera senz’altro dopo aver rovesciato il lievito che la mia matrigna doveva versare sulla farina, inseguito dalle minaccie di lei mi avviai di corsa fuor del paese.

Ricordo sempre; era una notte di luna piena; ogni sassolino aveva la sua ombra e le montagne lontane sembravano veli azzurri stesi all’orizzonte. Quando fui sullo stradale su in alto al principio dell’altipiano mi volsi per guardare il villaggio azzurrognolo alla luna e come dipinto sullo sfondo roccioso del monte: mi pareva di sognare. Sentivo un odore di ginepro, vedevo all’orizzonte di qua e di là, dal cono azzurro del Monte di Galtellì due lembi di mare che mi sembravano due occhi misteriosi, e mi sentivo libero nella notte come una lepre scappata dal laccio. Allora credevo ai morti, agli spiriti infernali che vigilano i tesori, ai banditi che attraversano i boschi, alle donne bianche sedute sulle roccie filando la lana bianca e che se vengono disturbate e cade loro di mano il fuso fanno morire il viandante causa della loro distrazione; ma appunto per sfuggire a tutti questi fantasmi e perchè un cavallo visto di notte poteva anche essere uno di quei misteriosi cavalli verdi che in certe leggende conducono ai precipizi chi osa cavalcarli, decisi di fermarmi e di passare la notte nel bosco. Mi coricai dietro una muriccia e sognai che

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