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Solitudine! 39


D’un tratto, vinta dalla curiosità, ma senza dimostrarlo, si diresse verso la casa di Pottoi.

Davanti al cortiletto gruppi di donnicciuole commentavano il fatto; nella cucina la giovine donna non finiva di raccontare l’avventura, mostrando a tutti la bambina che succhiava tranquillamente il latte dalle mammelle gonfie e livide di una cugina di Sebiu. Il guardiano era assente e ciò che sopratutto preoccupava Pottoi era il dubbio che egli avesse ad accoglier di malanimo la piccola misteriosa ospite.

La medichessa si piegò a guardare la bambina che Pottoi e le sue parenti avevano già infagottato all'uso del villaggio, con fasce colorate, le manine dentro, la testina nuotante in una cuffia di broccato con frange dorate. Sembrava così una piccola mummia; il suo visetto, dai lineamenti già marcati, era pallido, d’un pallore malaticcio; e causa di meraviglia per tutti quelli che la guardavano era la sua strana rassomiglianza con Pottoi.

Qualche donnicciuola, per far stizzire la giovine donna, diceva:

— Mi pare che questa creaturina non venga poi tanto di lontano. Che tu l'abbia fatta ad insaputa di tuo marito, di’, Pottoi?

Allora la giovine donna riprendeva a raccontare per la millesima volta la sua avventura.