Pagina:Deledda - Canne al vento, Milano, 1913.djvu/271


— 263 —

XVI.


Fu Noemi ad aprire. Efix se la vide apparire davanti, sullo sfondo glauco del cortile, alta alta, sottile, col viso bianco: Lia fanciulla, Lia risorta.

Lo guardò bene, prima di lasciarlo entrare, come si guarda uno sconosciuto, poi disse solo: «oh, oh, sei tu?» ma bastò quest’espressione di sorpresa diffidente e un po’ ironica, per aumentare l’umiliazione e il turbamento di lui.

— Ebbene, sono tornato, donna Noemi mia, — disse entrando e seguendola attraverso il cortile. — Il vagabondo è tornato. E donna Ester come sta? Mi permette di farle una visita?

Ecco, nella penombra glauca le cose stavano immobili al loro posto; il balcone, su, nero sul fondo grigio del muro, il pozzo coi fiori rossi, la corda sulla scala.