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ro i Gladiatori, che in Ravenna si educavano. Essi erano degli Egemoni, per servirmi della greca parola; i quali non eran già quelli, che appellavansi Lanistæ o Magistri, persone di vil condizione che ammaestravano i Gladiatori, ma bensì Magistrati, o altri supremi Soggetti della Rep. Romana. Meglio spiegò il Silandro Principes Romani; dove la parola Romani si è da esso aggiunta alle parole di Strabone, e ciò a mio credere molto rettamente, se si riguarda la mente di quel Geografo; sì perchè come di sopra ho detto erano soliti i primarj e più facoltosi, o possenti Personaggi Romani mantenere anche in altre Città, ed ivi fare ammaestrare le loro Famiglie Gladiatorie, sì anche perchè tali Personaggi o Magistrati soglionsi altrove accennar da Strabone con la semplice parola Ἡγεμόνες senza aggiunger Ῥωμαῖοι Romani, come, quando nel medesimo Lib. V. dice di Anzio, che quella Città solea dar ricetto τοῖς ἡγεμόσιν εἰς σχολὴν καὶ ἄνεσιν τῶν πολιτικῶν Principibus viris ad ocium, et ad vacationem Civilium occupationum, e quando nel medesimo Libro V. accenna, che l’Italia non aveva sempre avuto un medesimo Limite per le frequenti mutazioni che gli Egemoni avevano fatte di esso μετατιθέντων πολλάκις τῶν ἡγεμόνων. I Gladiatori per tanto, che al riferire di Strabone si allevavano ed esercitavano in Ravenna, non erano Ravennati, o de’ Magistrari di Ravenna, de’ quali questa Città si servisse ne’ suoi spettacoli Municipali; altrimenti in prova, che l’aria Ravennate fosse salubre, non avrebbe avuto luogo la riflessione, che Ravenna era stata scelta per tenervi i Gladiatori; ma, bensì tali Gladiatori si mantenevano, e si facevano esercitare nella medesima a conto, e a spese di qualcuno di coloro, che in Roma, o altrove in occasione delle lor Feste o in altre con-


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