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xx - la nuova letteratura | 325 |
Angelica lascia per sempre quegli ameni soggiorni con quest’arietta :
Io dico all’antro: — Addio! — ma quello al pianto mio sento che, mormorando: — Addio! — risponde. Sospiro, e i miei sospiri ne’ replicati giri Zeffiro rende a me da quelle fronde. |
La canzonetta di Licori, penetrata di una malinconia dolce e molle, è giá canto e musica, una pura esalazione melodica, una espressione sentimentale rigirata in se stessa, come un ritornello:
Ombre amene, amiche piante, il mio bene, il caro amante chi mi dice ove ne andò? Zeffiretto lusinghiero, a lui vola messaggiero: di’ che torni, e che mi renda quella pace che non ho. |
Concetti e immagini oramai comunissime, senza piu. alcun valore letterario, e rimaste interessanti solo come combinazioni melodiche. L’effetto non è nelle idee, ma in quel canto di due amanti a una certa lontananza e nascosti tra le fronde; perché, mentre Licori cerca Tirsi, Tirsi cerca Licori con la stessa melodia:
La mia bella pastorella, chi mi dice ove ne andò? |
È notabile che in questa cheta atmosfera idillica penetra una cert’aria di buffo, un certo movimento vivace e allegro, come è la dichiarazione amorosa di Licori a Orlando, ascoltatore non visto Tirsi.