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con la loro natura e i loro intendimenti, e fanno piú effetto che non le studiate e classiche orazioni venute poi. Uomo d’impressione piú che di pensiero, Dino intuisce uomini e cose a prima vista, e ne rende la fisonomia che non la puoi dimenticare. Di Bonifazio ottavo dice:


Fu di grande ardire e d’alto ingegno, e guidava la Chiesa a suo modo, e abbassava chi non gli consentia.


Di Corso Donati fa questo magnifico ritratto:


Uno cavaliere della somiglianza di Catilina romano, ma piú crudele di lui, gentile di sangue, bello del corpo, piacevole parlatore, adorno di belli costumi, sottile d’ingegno, con l’animo sempre intento a mal fare (col quale molti masnadieri si raunavano, e gran séguito avea), molte arsioni e molte ruberie fece fare,... molto avere guadagnò e in grand’altezza sali. Costui fu messer Corso Donati, che per sua superbia fu chiamato «il barone», che, quando passava per la terra, molti gridavano: — Viva il barone! — E parea la terra sua. La vanagloria il guidava e molti servigi facea.


La stessa sicurezza è nella rappresentazione delle cose. Rapido, arido, tutto fatti, che balzan fuori coloriti dalle sue vivaci impressioni, dalla sua maraviglia, dalla sua indignazione. Una cosa soprattutto lo colpisce: che «molte lingue si cambiorono in pochi giorni». Non vi si sa rassegnare, e li chiama ad uno ad uno, e ricorda loro quello che diceano e quello che erano. Il mutarsi dell’animo secondo gli eventi non gli potea entrare:


Donato Alberti,... dove sono le tue arroganze, che ti nascondesti in una vile cucina?... O messer Lapo Salterelli, minacciatore e battitore de’ rettori che non ti serviano nelle tue quistioni, ove t’armasti? in casa i Pulci, stando nascoso... O messer Manetto Scali, che volevi esser tenuto si grande e temuto,... ove prendesti l’arme?... O voi popolani, che desideravate gli ufici e succiavate gli onori e occupavate i palagi de’ rettori, ove fu la vostra difesa? nelle menzogne, simulando e dissimulando, biasimando gli amici e lodando i nemici, solamente per campare. Adunque piangete sopra voi e la vostra cittá.