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36 saggi critici

l’ideale sereno di Omero. Il fanciullo è senza coscienza, senza quel formidabile dimani, che noi consuma, e tra le tempeste della vita a noi piace talora di affissarci in quella pace. Ma se la tempesta minaccia anco d’inghiottire quel povero capo innocente? Allora non c’è nulla che uguagli il patetico di questa situazione. Meno il fanciullo ha coscienza del pericolo, e maggiore è lo strazio. Noi ci poniamo in suo luogo, ci facciamo la sua coscienza, e pensiamo fremendo a que’ mali che gli stan sopra, de’ quali la sua innocenza è quasi un’inconsapevole ironia. Ho visto io un fanciullo scherzare con la coltre della bara, dove fra un minuto dovea esser posto suo padre, e un uomo del popolo asciugarsi gli occhi e dire: — Povero fanciullo! — . E costui era spettatore indifferente; e, se spettatore fosse il padre, il padre che sa di dover morire lui e i figliuoli, ed essi noi sanno? Ecco la situazione del conte Ugolino. Nasce una differenza, un contrasto di attitudini e di sentimenti, quella dualitá da cui esce il dramma. E giá la vedete scolpita vigorosamente con immensa pietá fin nel primo aprirsi della scena Ugolino, al sentir «chiavar l’uscio» della torre, guarda in viso a’ suoi figliuoli. Vorrebbe dire: — Poveri figli! — . E noi dice: lo dice il suo sguardo. Lo strazio è tale che gli toglie la parola e le lacrime. Tutta la sua vita è raccolta in quello sguardo:

                                                                                           Guardai
Nel viso ai miei figliuoi, senza far motto.
Io non piangeva, si dentro impietrai.
                         
Ma i figli piangono. E non perché comprendano, ma perché veggono il padre guardare cosí:
                               Piangevan elli, ed Anselmuccio mio
Disse: Tu guardi si, padre: che hai?
                         
«Tu guardi si.» Anselmuccio non sa definire, né spiegare quel modo di guardare: quel «si» significa: «in modo cosí fuori del naturale e dell’ordinario». — «Che hai?» — domanda il fanciullo. Lo strazio è tutto nella coscienza di quello sguardo