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202 | la logica di hegel |
verità, dell’Uno e del moltiplice è a comprendere non come essere in calma unità (come nella tesi) ma come un diventare, un processo, ripulsione e attrazione.
Nota 2). L’Uno escludente è l’estremo dell’essente per sé — astratta, formale sostanzialità, che annulla se stessa — astratta libertà, puro io, che apparisce indi come il male (Dieu c’est le mal). Libertà che pone l’essenza sua in quest’astrazione, e in questo essere presso di sé si lusinga di guadagnare la sua purezza — negativo rapporto su di sé, che in quanto vuol guadagnare il suo proprio essere. Io annulla. La sua essenza al contrario è l’uscire dalla negativitá del suo essere per sé in luogo di fissarvisi.
La ripulsione è la Realtà degli uni, l’attrazione la loro posta idealità. La prima passa nella seconda: i molti uni nell’Uno degli Uni. L’attrazione ha per sua materia e supposizione la ripulsione: eterna vicenda di ambe. Dagl’immediati Uni esce per la loro posta negazione l’Uno dell’attrazione, l’Uno posto come Uno — l’idealità realizzata, posta nell’Uno — attraente col mezzo della ripulsione, mediazione che contiene in sé come sua determinazione — contiene perciò in sé gli uni come moltiplici, e guadagna un contenuto: in quest’Uno è l’unità della ripulsione ed attrazione.
La differenza di uno e molti si è determinata per differenza di rapporto divisa in due rapporti, ripulsione e attrazione, di cui ciascuno come sostanziale sta fuori dell’altro, e non ostante essenzialmente concordano: unità che resta a determinare. La ripulsione immediata, astratta, per sé è indifferente rispetto all’attrazione che le viene dal di fuori: essa nega il rapportarsi de’ molti l’uno all’altro — non rapporto, non escludente — essente solo su di sé. Ma la ripulsione non è il Vuoto, e ancorché negativa, è essenzialmente rapporto: l’escludente sta in legame con l’escluso: il qual momento è l’attrazione nella ripul-