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L’OMONIMO


Mia cara amica,


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va bene! Ancora una volta ella ha ragione!... Noi dovevamo discutere se l’impero della bellezza è maggiore del prestigio del genio, e per dimostrare che il genio è posposto alla bellezza io le ho riferito il sentimento d’una donna che del genio non poteva comprendere il valore. «Questa vostra signora Woiwosky, per vostra stessa confessione, non aveva ancora idea d’una sensibilità squisita, d’una imaginazione feconda, d’un intelletto acuto come quelli del vostro amico. Ed aveva avuto altri amanti prima di lui, e lo tradì: come volete dunque che io la prenda sul serio? Era, evidentemente, una di quelle disgraziate che non obbediscono se non agli istinti, che ignorano il mondo superno dei sentimenti e delle idee: e vi meravigliate, allora, che un paio di baffi biondi la titillasse e che ad un paio di baffi biondi ammettesse di poter sacrificare un’anima come quella del vostro amico? Ma se voi volete provare che la musica è superiore alla pittura, fatemi un poco il piacere di non addurmi il giudizio d’un cieco!...»