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ermanno raeli. 107

Ella non aveva creduto un solo momento alla traduzione dallo Steiblig; aveva subito compreso che quella era una confessione personale, di cui aveva riconosciuto in sè stessa l’oggetto. Ed erano dei sorrisi interiori che fiorivano in lei, una compiacenza intima in cui si cullava all’idea di avere addomesticato quel mezzo selvaggio, facendolo ricredere, aggiogandolo al proprio carro come un trofeo di vittoria... Intanto, ella si lasciava andare al piacere di quella intimità, godeva di tutti i vantaggi d’un’amicizia come quella di Ermanno, si abituava al suo modo di pensare; a poco a poco, inavvertitamente, lasciava che si operasse in se stessa quella metamorfosi che aveva ideato di promuovere in lui.

La lusinga della contessa era tanto più verosimile, in quanto che, se Ermanno non faceva nulla per dimostrare alla signorina di Charmory ciò ch’egli sentiva, questa si rivelava, nella intimità da cui era legata a Rosalia, sempre più estranea ad ogni interesse mondano. La sua malinconia, la sua riservatezza