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XI.


Il rimorso di coscienza.


Don Antonio accese per la seconda volta la lampada davanti al Sacramento e mezz’ora dopo la trovò spenta di nuovo, come se uno spirito folletto maligno e invidioso vi soffiasse sopra.

Entrando in chiesa, una volta incespicò nel gradino della sacristia, e un’altra volta rovesciò le ampolline della messa.

Erano brutti segnali.

Sentì il bisogno di parlarne con Martino.

— Credo che siano avvisi del cielo, Martino, perchè mi son caricata la coscienza di roba non mia.

Martino aperse le grosse dita in forma di V, e, ponendo un dito su un dito, gli disse:

— O il cappello era proprietà di Salvatore, e allora voi fate giusto a pagarvi delle spese del funerale: o non era di Salvatore...., ma di chi può essere se non è suo?

— È appunto ciò ch’io vado dimandando. Di chi può essere?