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Primi spaventi.


Che cosa provasse dentro di sè l’assassino a leggere stampato in lettere di scatola un nome ch’egli credeva d’aver cancellato dalla faccia della terra, è difficile dirlo. Se non fosse stato nelle braccia della poltrona sarebbe caduto miseramente in terra. Provò un gran peso in tutto il corpo: il sangue si fece prima caldo come piombo liquefatto, poi rigido come mercurio, e non ci volle che la sua straordinaria energia morale, corazzata di metafisica, perchè egli non si tradisse con un moto inconsulto o con un grido.

Per fortuna Granella fu distratto da alcune persone che entrarono in quel mentre nella bottega, e non stette a osservare il pallore livido che era sceso sul volto del barone. Questi, chiusi un istante gli occhi, ebbe tempo di irrigidirsi nella sua sensazione e di preparare una faccia di smalto. Ma quando si guardò nello specchio, credette di vedere un morto.

Ecco che cosa raccontava il «Piccolo»: