Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/466


— 456 —



*


Quando Beatrice venne via dalla casa di Demetrio era quasi buio, e, camminando tra la gente, si sentì come sola e perduta in una grande città. La scena straziante a cui aveva assistito, la miseria di quella stanza lassù, l’abbattimento fisico e morale del cognato, l’idea del castigo che, per cagion sua, se non proprio per colpa sua, cadeva addosso al povero disgraziato, la paura che Paolino tirasse da tutto ciò un pretesto per non mantenere la sua promessa e la lasciasse sulla strada, lei e i figliuoli, questi furono gli spaventi che l’accompagnarono a casa.

Una volta arrivata e chiusa dentro, sentì anche lassù il doloroso silenzio d’una casa abbandonata che si sfascia. Della poca roba salvata dalle mani dei creditori, parte era andata alle Cascine, parte giaceva in disordine accatastata ai muri. Di intatto non rimanevano che la stanza da letto, dove avrebbe dormito forse per l’ultima volta in compagnia di Arabella, che, finiti gli esami, doveva seguire la mamma a Chiaravalle. La ragazza, che in questo matrimonio della mamma rap-