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Carolina lo aiutò a mettere le carte a posto e gli disse sottovoce:

— Tieni a mente, contrada di San Raffaello, numero 13.

Egli salì in carrozza, si rannicchiò in un angolo, i cavalli si mossero, i ragazzi corsero dietro alla carrozza fino alla strada provinciale e tutto rientrò nell’ordine solito alle Cascine. Ma alla povera Carolina il cuore batteva come il martello di un magnano.

Chi sa come finirebbe questa storia! e se madama Anita non poteva dargli una consolazione? Che cosa era saltato in mente a Demetrio di condurre quella benedetta donna alle Cascine! Al tempo delle streghe si sarebbe detto che l’avevano stregato quel ragazzo.

Strada facendo, Paolino finì di mettere a posto i conti, i denari, i libretti: ma il suo pensiero era fisso, inchiodato a un piccolo involto di carta, di cui sentiva il gruppo nel taschino del panciotto. Sempre in paura di averlo dimenticato o perso, vi portò la mano dieci o dodici volte in una mezz’ora. Da quel gruppo, come da un bottone di fuoco, sentiva un raggio di calore scendere per le costole fino alla sede del cuore. Era un calore che bruciava, ma senza dolore.

Man mano che si avvicinava alla grande città, lo assaliva lo sgomento come se egli