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sonetti. Bisognava pigliarla lunga, girare la posizione. L’amore non si accende come un pagliaio e non c’è nulla che mandi più fumo di un fuoco mal fatto. Non volendo perdere tutti i frutti della sua carità e delle sue intenzioni, si mise a sedere a fianco della povera disperata e con un tono tra l’offeso e il sostenuto cominciò a dire:

— Ma che bambina! ho detto così per.... Che diamine! capisco che ho torto. Metta che abbia voluto confessarle un peccato, ecco. Andiamo, asciughi questi occhioni, mi dia la manina e mi assolva. Che cosa c’è da piangere? lei è in casa di un gentiluomo e conosco troppo bene gli obblighi di ospitalità per.... Che diavolo! Là, via, non mi dia questo rimorso d’averla fatta piangere così. E che lagrimoni! Discorriamo dei nostri affari. Che cosa si diceva? ah, della causa e dell’avvocato. L’ho visto e mi ha detto che oramai non c’è più nulla a sperare. È una barca scassinata che fa acqua da tutte le parti....

Per spiegare come un uomo avveduto cadesse così subito in contraddizione con ciò che aveva detto cinque minuti prima, bisognava immaginare che il cavaliere parlava, sì, colla bocca, ma il pensiero correva dietro a un altro ordine di idee, di meraviglia in meraviglia. Quel piangere sfrenato, quell’atto di ribellione quasi matronale in una donna