Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/226


— 216 —

degli scaloppini gli parve di essere sicuro in sella, uscì fuori di punto in bianco con questa bomba:

— Che cosa direbbe mio cugino Demetrio se gli dicessi che ho voglia di prender moglie?

— Bravo! — esclamò Demetrio con una vivacità, alla quale non era estranea l’allegria del vin bianco. — Ben fatto! e perchè hai aspettato tanto? ne’ tuoi panni, co’ tuoi denari....

— Colla mia bellezza.... — esclamò Paolino con uno scoppio d’ilarità, abbandonandosi con tutta la persona sul dosso della sedia e alzando le lunghe braccia in aria.

— Lasciamo stare la bellezza, che per gli uomini non conta: ma tu sei nato per essere papà.

— Assassino di strada! — soggiunse l’altro guardandolo nel bianco dell’occhio.

— Chi è? chi è? — si affrettò a chiedere Demetrio. — La conosco anch’io?....

— Io non ho detto che ho trovata la sposa, ma che voglio trovarla.

— È una parabola, si sa.

— No, no, Demetrio, non è una parabola; e devi aiutarmi tu a cercarla.

— Io?

Demetrio lasciò cadere la forchetta sul tondo e guardò fisso fisso in viso il suo compagno.