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pire dei buchi. Beatrice assisteva come una sonnambula a quel mercato che trasformava la sua casa in una bottega di rigattiere. Venivan su certi figuri, stavano a contrattare un poco, e poi quadri, tavolini, cornici, masserizie, pigliavano la strada della scala.... Era un sogno per la misera donna, un sogno dal quale non riusciva mai a svegliarsi. Se faceva tanto di lamentarsi, di opporsi un poco, di difendere una cosetta sua, il cognato era lì, ostinato, duro, inesorabile come un aguzzino:

— Ricordatevi che mi avete chiamato voi — diceva. — O comando io, o comandate voi. Se non vi piace, piglio il mio cappello e me ne vado....

E poichè non c’era da sperare salute in altri santi, bisognava mordere il freno, tacere, inghiottire e procurare di nascondere qualche cosa al furore morboso da cui pareva invasato quel terribile uomo.

E così fece coll’aiuto della Pardi, alla quale scrisse una lettera pietosa, raccontandole tutte le sue miserie, e invocandone l’alleanza. A lei mandò di nascosto qualche gioiello, qualche preziosa memoria e si raccomandò come si prega la Madonna.

La Pardina, che in fondo era una donna di cuore, sentì una gran compassione della poveretta.