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Arabella cogli occhi gonfi di pianto disse di sì col capo.

— Me la saluti, la signora mammina.


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Il Bonfanti, discepolo della classica scuola del Pollini, era ancora di quei vecchi maestri che sanno distinguere l’arte dalla ginnastica e dall’acrobatismo, e rideva di chi vanta la forza e la precisione come il non plus ultra d’un bravo pianista.

— Che mi fa la forza e la precisione? — diceva. — Anche una locomotiva ha della forza e della precisione; ma una locomotiva non sarà mai una grande pianista.

L’interpretare una pagina di musica, il saperla colorire è questione di sentimento, e il sentimento non si esprime se non colla delicatezza del tocco; e il tocco non si acquista che col metodo e colla pazienza. Tutta l’arte è nei polpastrelli! In virtù di questo metodo, teneva i suoi allievi sei mesi e anche un anno sulle cinque note, che il Thalberg (il celebre Thalberg ch’egli aveva conosciuto a Monza nella villa del vicerè Raineri) aveva definito discorrendo con lui le senk vertù teolegal de la musik.

Dopo le cinque note bisognava aver pa-