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in Australia, non so far di meglio che ripetere quanto dice il mio egregio amico.

Dopo aver parlato della grande operosità commerciale, di tutte le nazioni europee in Australia, e fatto un rapido schizzo della vita e maravigliosa attività delle tre principali Capitali delle prime colonie, Sydney, Melbourne, Adelaide, egli prosegue così:

«L’Italia intanto, come se fosse tuttavia un’espressione geografica, lascia neghittosa che altri goda frutti delle sue industrie e de’ suoi prodotti, importati in quell’emisfero, e si arricchisca di censo e di nome!

Mai apparve la nostra bandiera mercantile in quei mari, salvo qualche rara eccezione. Gli Italiani residenti colà notavano come un avvenimento i due arrivi occorsi pochi anni addietro dell’«Aurora» da Genova, Cap. F. Vio, e del «Cav. Saverio Polimeni » da Meta, Cap. L. Castellano, poscia naufragato nel mare di Giava; mentre d’altra banda continui son gli approdi di migliaja di velieri inglesi, americani, tedeschi, francesi ed olandesi in que’ paraggi.

Gl’inglesi in primo rango, i tedeschi e i francesi poi, sono i monopolizzatori del grosso commercio in quelle regioni; e da coloro, e principalmente dagli inglesi, sono importati gran parte dei nostri prodotti agricoli e industriali, sempre però per vie indirette onde tenere celata a’ nostri produttori la destinazione.