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Ogni giovane, in seguito ad una cerimonia che rammenta la presa della toga virile presso gli antichi Romani, diventa a 18 anni maggiorenne e sfugge d’allora in poi alla potestà del padre. Questi può a suo talento uccidere il proprio figlio ancora minore, od anche venderlo come schiavo. Il turpe mercato si pratica talvolta negli anni di carestia, e ciò spiega la presenza in Keren di non pochi schiavi indigeni.

Il capo di famiglia o sim gode tra i Bilen di una grande autorità su tutta la sua parentela sino al settimo grado. Egli è considerato come sacro, come inviolabile, e riscuote certi tributi fissi nel primo anno della sua carica.

Riguardo ai matrimoni, possono considerarsi come contratti in presenza di testimoni. Il Sapeto scrive in proposito che non sono irrevocabili nè esclusivi, e che il sacramento per mancanza di preti è andato in disuso. Vengono però, come in tutto Oriente, così tra i Bogos, celebrati con gran pompa. «Parecchi giorni innanzi soggiunge l’autore precitato, le giovani del paese si raccolgono a casa della sposa notte e giorno ballano e cantano al suon di un tamburello, che alcuna di loro tocca con le mani; nè si vergognano di esser quasi nude o cenciose, purchè la felice loro compagna sia onorata. Ma è un dir niente alla galoria chiassona, che fanno il dì dello sposalizio. Le forosette, ac-