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non doveano ragionare altrimenti; e noi oggi vediamo i frutti di quei ragionamenti, poichè centinaia di migliaia di contadini italiani emigrano ogni anno; senza poter posare il piede sopra un palmo di terra dove sventoli la bandiera italiana, e con quanto danno della madre patria ognuno può comprenderlo!
Voi aggiungete: «i viaggiatori facciano PER ORA altre vie; i colonizzatori studiino PER ORA altre contrade che non sono quelle discusse. e contrastate oggi dalla nostra politica africana». E sta anche benissimo; noi siamo pure di accordo.
La Società che io vagheggio non deve avere di mira Sciotel soltanto, ma altre e più vaste regioni; nelle quali non dovremmo penetrare col ferro e col fuoco, ma per virtù della indiscutibile ed incontrastabile bontà di animo del gentil seme latino. Se propongo Sciotel, innanzi tutto, è perchè quivi gl’italiani non riuscirebbero nuovi; ci sono stati altra volta ed hanno fatto ottima pruova. Ed anche perchè mi pare che la necessità della guerra ci condurrà presto in quelle regioni, che a tutti i viaggiatori ed anche a voi «sembrano le più adatte, per la loro ubertà, ad accogliere generosamente gli sforzi dei nostri volenterosi».
Quello poi che desidero ardentemente si è che non si viaggi per solo scopo di viaggiare, che non si studii per solo scopo di studiare; e che non vi siano solo gli stranieri che