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nistro per moltissimi anni; così che si può dire di lui che conosca l’Abissinia meglio degli Abissini medesimi. Riassumiamo perciò, senza aggiungere altro, la lettera suddetta.

L’egregio uomo si compiace in prima pel ritorno del de Lorenzo in. Italia, ed in particolar modo perchè non ha abbandonato l’ottima idea del grande progetto della colonizsazione della regione Sciotel. Loda perciò la energica attività spiegata dal de Lorenzo per la buona riuscita della intrapresa, che, dice, dovrebbe essere palesemente accolta e presa in considerazione dal Governo, perchè soddisfa anche i sentimenti nazionali.

Coloro i quali dicono: che cosa si va a fare in Abissinia? non conoscono e non hanno inteso mai parlare della fertilità miracolosa di quelle terre.

Confida infine l’altero piemontese che il progetto prenderà buon andamento perchè oramai, dopo il triste fatto di Dogali, è un impegno nazionale il vendicare i nostri cari fratelli, trucidati ferocemente per l’onore della Patria, e stabilirci fermamente in Abissinia.

Ci congratuliamo pertanto con lo egregio architetto signor de Lorenzo, che il suo progetto incontra la piena approvazione di un uomo così competente così autorevole, in siffatta faccenda, come è il Naretti.

Ma inopportuno è ogni disegno di colonizzazione, a nostro avviso, se prima l’azione militare non spiani la via all’azione pacifi-