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parte seconda. 177


Capitolo XXXXIV.

Di tre Imbasciate che vennero al Re in Acri.


Tantosto appresso non tardò guari che lo Imperatore Federigo di Lamagna inviò un’Ambasciata di verso il Re, e per sue lettere di credenza diceva commente elli andava a scrivere al Soldano di Babilonia, di cui mostrava ignorare la morte, sì ch’elli credesse alle genti sue che inviava verso di lui, e, che ad ogni modo liberasse il Re, e’ Crociati di cattivitade. E molto bene mi sovviene come alquanti dissero che punto non avrebbon voluto che l’Ambasciata di quello Imperador Federigo li avesse trovati tuttavia prigionieri; perchè essi si dubitavano che ciò facesse quell’Imperadore per farci sostenere più strettamente e per meglio ingombrarci. Ma quando essi ci ebbero trovati diliveri ritornarono prestamente verso il loro Signore.

Parimente appresso quell’Ambasciata, venne al Re l’Ambasciata del Soldano di Damasco sino in Acri, e per quella esso Soldano si lagnava degli Almiranti di Egitto ch’aveano ucciso il Soldano di Babilonia, il quale era suo cugino; e gli prometteva che se il volea soccorrere contro di loro, che elli gli rilascierebbe il Reame di Gerusalemme ch’esso tenea. Il Re rispose alle genti del Soldano, si ritirassono ai loro alloggiamenti, ed esso di breve farebbe risposta a ciò che il Soldano gli mandava; e così se ne andarono a prendere stanza. E subito appresso ch’essi furono alloggiati, il Re trovò in suo Consiglio, ch’egli invierebbe la risposta al Soldano