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gnore di levarsi il cappellino o lo scialle ed agli uomini di deporre la mazza, il cappello, ma non annoia però coll’insistenza, se si oppongono. Trattiene tutti con un’assennata conversazione, finchè la mamma non ritorna, ma si guarda bene dal narrar fatti troppo intimi di famiglia, che non devono mai essere rivelati. Evita di provocar complimenti, ma se le ne vengono diretti, ne ringrazia tosto la bontà o cortesia altrui e non mai li attribuisce a’ suoi meriti.

I doveri poi che hai verso te stessa, figlia mia, li compii facilmente, se tu non ti scordi mai: 1° Di avere un corpo ed un’anima; 2° Che il primo è solo lo strumento, il servo della seconda; 3° Che per render l’anima soddisfatta e contenta di questo suo servo, bisogna ch’esso sia sano, robusto, obbediente, svelto, operoso; o lo è o lo diventa con una buona igiene ed una vita attiva e temperante; 4° Che la salute della padrona, ossia dell’anima, si ottiene con una saggia coltura proporzionata alle sue forze.

L’anima tua è immortale, è capace di grande e continuo progresso, tanto nel bene quanto nel male. Ma i buoni insegnamenti, sviluppando la tua ragione, la rendono capace di discernere e seguire la via del bene e di combattere e vincere certe cattive tendenze, che t’inviterebbero al vizio.

Coi buoni esempi, collo studio, coll’educazione di tutte le facoltà dell’anima tua, che sono l’intelligenza, la volontà, la memoria, l’immagina-