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sorio, poi quello che possiamo chiamar di vegetazione, durante il quale le ascidie sono gemmipare; ed infine lo stadio nuziale in cui si pronuncia il sesso, e la propagazione delle specie si effettua col simultaneo concorso delle uova e del liquor seminale. Chi fosse bramoso di più estesi particolari sull’istoria di questi animali, consulterà con sua grande soddisfazione i lavori di Sars, di Milne Edwards, e di Van-Beneden.

La generazione per gemme è da lungo tempo riconosciuta nelle scuole come ordinaria e generale per quegli animali che si dicono polipi. Le idre delle acque dolci, tanto famose dopo le esperienze di Trembley, ne offrono il più chiaro, il più ovvio esempio; ma le idre stesse pervenute al massimo loro sviluppo riproduconsi per uova: alcune che sono gemmipare in primavera, sono ovipare l’autunno.

La vicenda delle idre si ripete più complicata nelle meduse, al pari delle bifore, abitatrici dell’oceano. Le meduse emettono uova; ma dalle uova nascono piccoli animaletti per nulla rassomiglianti ai progenitori, sorta di semplicissimi infusorj, sparso il corpo di ciglia vibratili, col sussidio delle quali nuotano. Dopo breve tempo di vita libera e vagante, questi infusorj si fanno aderenti a’ corpi stranieri: su cui fissati una volta, perdono le ciglia, si trasmutano in veri polipi idrarj, dei quali hanno la forma complessiva non solo, ma anche la facoltà di moltiplicarsi per gemme. Infatti questi polipi emettono qua e là piccoli bottoni che in breve si modellano sul tipo medesimo dell’individuo che li sorregge, dal quale infine si distaccano. Ciò avvenuto, ogni nuovo rampollo ne riproduce altri consimili, infino a quando, col favore delle circostante ambienti, i novelli polipi staccati dal corpo sul quale hanno germogliato, si trasmutano nelle pristine meduse, fluttuanti in balía delle onde. In questo breve abbozzo è rappresentata la storia forse di tutti quegli animali raggiati