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CAPITOLO V.

Si ridesta la grande vita internazionale.



Sommario: 1852-1853. — Il Papa a Castelgandolfo riceve la famiglia Reale di Napoli. — La salma della madre di Napoleone I è trasportata da Corneto ad Aiaccio. — Particolari della cerimonia. — Luigi Napoleone annunzia al Papa il plebiscito. — Si canta un Te Deum in San Luigi dei francesi. — Festa più clamorosa per il ristabilimento dell’impero. — Succede a monsignor Rufini monsignor Matteucci. — Sue prime ordinanze e sue debolezze col sesso gentile. — La Nina. — Muore il generale dei gesuiti. — Notizie sul conto di lui. — Riapertura dell’Università. — Prediche in Sant’Andrea della Valle. — Torna nel 1853 il granduca di Toscana. — Il Papa gli offre una colazione nei giardini Vaticani. — Visita del duca di Modena e del conte di Trapani. — Nell’inverno del 1853 si riafferma la grande vita internazionale. — Accademie ed accademici. — Balli e ricevimenti. — Gran ballo di Torlonia al palazzo del Bramante. — È stabilito un turno per i ricevimenti. — Ricomincia la stagione dei forestieri e si riprendono le vecchie abitudini. — Il carnevale, i bàrberi e i moccoletti. — Disperazione del banchiere Hooker — Dà un ballo di giorno.



L’anno 1852 non passò senza notevoli avvenimenti. Il Papa, stando a Castelgandolfo, ebbe la visita, il 3 luglio, del re e della regina di Napoli con una parte della figliolanza e un piccolo seguito, nel quale erano i brigadieri di marina Roberti e Del Re. Imbarcatisi a Gaeta, i Reali erano scesi a Porto d’Anzio, dove furono ricevuti dal cardinale Antonelli col quale proseguirono per Castelgandolfo. Vi si fermarono due giorni, e fecero escursioni a Marino, a Grottaferrata, ad Ariccia, ad Albano e a Galloro, accompagnati sempre dal Papa, il quale andava nella stessa vettura col Re e col principe ereditario, mentre la Regina con gli altri gitanti seguiva in altre carrozze. Manco a dirlo, il generale Gemeau fu dei primi ad andare a presentare i suoi omaggi ai sovrani. Nell’accomiatarsi, Pio IX e Ferdinando II si scambiarono le più espansive dimostrazioni di affetto e di simpatia, le quali furono, ahimè, le ultime, perchè non si rividero più. Tornato a Gaeta, il Re inviò di là parecchie de-