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richiamo del baraguay - nuove tasse 43


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I nuovi aggravi sollevarono, com’era da prevedere, un coro di proteste in tutto lo Stato, e singolarmente a Roma, per l’aumento della dativa, che colpiva a preferenza i latifondisti. Gli enti ecclesiastici vi si rassegnarono, ma i signori non potevano darsi pace, anche perchè durante la repubblica, o meglio, dal giorno della fuga del Papa, le loro private aziende avevano sofferto non poche avarie, a causa della loro assenza da Roma. La vita in esilio era stata più costosa, mentre le rendite erano diminuite. Di quei lamenti contro le nuove tasse si trova un’eco nell’epistolario del duca Michelangelo Caetani, che in una lettera al suo amico Cheney, del dicembre 1851, diceva:

Roma, dacchè da voi si è lasciata, non ha più avanzato in nulla, e tutto cade nell'inazione e nella impassibilità. Ciò non può farvi sorpresa, conoscendo voi sì bene la scarsezza delle fonti donde deriva la sussistenza di questo miserabile paese. Quei, che possiedono terre ed hanno debiti, non hanno quasi più modo come pagar le tasse, divenute gravose ed arbitrarie all'estremo grado; si vive alla giornata senza speranza alcuna.

Ma i lamenti furono tali, singolarmente da parte dei professionisti, che bisognò attenuare la tassa che li colpiva, con un altro editto in data 29 novembre, che li escluse dalla tassa, se professori o maestri, per quanto riguardava l’insegnamento; e stabili che esercitandosi varie professioni, fosse soggetta a tassa la più redditiva. I ruoli dei contribuenti erano formati nei capoluoghi delle provincie da apposite commissioni, che decidevano anche sui reclami degl’interessati. Tutto compreso, questa tassa, la quale non rendeva all’erario che una tenue somma, sollevò una vera tempesta nelle città, mentre le altre tasse, e particolarmente quella straordinaria sui comuni, produsse maggior malcontento nei comuni minori e singolarmente nelle Legazioni, nelle Marche e nell’Umbria, dove la tranquillità pubblica era ancora un desiderio, e l’occupazione austriaca sconvolgeva coi suoi eccessi l’ordine morale. Quei comuni si trovarono nella dura alternativa, o di ridurre i servizi, già povera cosa, o di mettere nuove imposte. Bologna era inondata da cartamoneta, cioè di quei bòni per l’ammontare di scudi 341,610, emessi dallo